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Arredo negozio: flagship store e nuovi scenari

È semplice parlare di arredo negozio, eppure in confronto a quattro mesi fa, immaginare i cambiamenti futuri del ...


È semplice parlare di arredo negozio, eppure in confronto a quattro mesi fa, immaginare i cambiamenti futuri del mercato e del mondo del retail è completamente differente. Nello scorso febbraio, siamo rientrati dalla fiera Euroshop 2020 di Düsseldorf con una nuova idea di negozio. 

È dalla fiera Euroshop 2020 di  Düsseldorf che abbiamo disegnato una nuova idea di negozio del futuro, con la convinzione che il negozio del futuro fosse una sorta di sistema di flagship store informativi e interattivi, con cornici ambientali virtuali, dove sono presenti i soli prodotti icona in cornici espositive sempre più accattivanti. L’arredo negozio è però cambiato, come anche il mondo, senza preavviso, mettendoci di fronte ad ulteriori sfide e trasformazioni.

Il rispetto delle norme igienico-sanitarie

La riorganizzazione del mondo del retail in generale è già iniziata, con importanti investimenti e nuove disposizioni. Se il rispetto e l’adeguamento alle norme aumenta inevitabilmente i costi sostenuti dagli addetti, è pur vero che serve a riconquistare la fiducia dei clienti, riportandoli con serenità in negozio. 

E anche quando l’emergenza Coronavirus volgerà al termine, la tendenza verso una maggiore igienizzazione del punto vendita rimarrà, così come l’attenzione verso la sanificazione dei locali e della merce. Non si tratterà più di avere un semplice arredo negozio in linea con i desideri e le mode del momento, ma anche capace di rendere semplice il processo di sanificazione. Un qualcosa che in fondo il consumatore ha sempre desiderato, forse talvolta inconsapevolmente, anche prima della pandemia. 

Ecommerce vs esperienza in store

La pandemia ha messo in evidenza la possibilità del commercio online, e infatti, in questo periodo si parla molto di ecommerce, di vendita online, di caduta della vendita al dettaglio. In realtà però, proprio la pandemia e il nuovo senso civico derivato, ci porta a pensare che i piccoli negozi potranno avere una nuova rinascita e recuperare valore. 

Ora si evitano le grosse affluenze e assembramento nella grande distribuzione. Lo store è più incline ad assecondare e comprendere le necessità del cliente, rispetto alla grande catena. Un ritorno ai valori del passato come alternativa allo shopping online (qualità dei prodotti, attenzione alle esigenze del cliente, esperienza di vendita personalizzata – quest’ultimo aspetto reso ancor più importante con l’obbligatorietà della prenotazione per accedere ad alcuni servizi nei negozi). Le parole chiave saranno esperienza, emozioni, coinvolgimento.

Si parla quindi di O2O, ossia online to offline, ossia interazione sempre più frequente tra esperienze online ma sempre con un approccio offline, il ritiro presso il punto vendita, il consiglio, lo scambio di informazioni. Pensiamo ad esempio ad una boutique, dove il prodotto deve essere visto, toccato, provato, il cliente quando spende una certa cifra vuole anche essere certo di cosa sta acquistando e soprattutto vivere l’esperienza, che è il piacere stesso dell’acquisto. 

La distinzione tra online e offline non sarà più così netta come è stato fino adesso, ma i due mondi si integreranno e dialogheranno. Con il proliferare dei canali online, i touchpoint con l’offerta sono aumentati, così capita frequentemente che il cliente scopra il prodotto sul Web, prima di arrivare in negozio. E se prima la strada della omnicanalità per il Retailer era un optional, adesso diventa fondamentale per continuare ad esistere.

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Clicca qui per vedere Moreno Brugnotto, Sales Manager della divisione Hi Retail. 

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