Scopriamo insieme la lavorazione della tornitura e a quali essenze è adatta. In questo approfondimento scopriremo:
Il legno è un materiale nobile che fa parte della vita dell’uomo fin dai tempi più antichi. Riconoscere anzitutto l’albero da cui proviene, conoscerne le caratteristiche essenziali e tutti i processi ai quali sarà sottoposto è fondamentale per lavorarlo al meglio.
Come qualsiasi tipo di materia prima, il legno può essere lavorato in diversi modi, ma senza dubbio le più belle e particolari realizzazioni derivano dalla tornitura. Questa particolare lavorazione, però, richiede un legno caratteristiche precise: l'essiccazione e una stagionatura eseguite a regola d’arte, che garantiscano una perfetta perdita d’acqua, ed una struttura senza difetti, compatta e senza muffe.
Il processo di stagionatura è essenziale per evitare che dopo la lavorazione si presentino spaccature, incurvature e torsioni nel senso longitudinale, poiché tali difetti non si possono successivamente eliminare e comprometterebbero quindi l’intero lavoro. I legni poco stagionati sono normalmente scartati dalla lavorazione al tornio, che richiederebbe altissime velocità a fronte di un altissimo rischio di sgretolatura nelle sagome.
Il legno deve anche essere compatto, ossia privo di nodi decisamente difficili da tornire. Questi infatti compromettono la durezza del legno e l’utensile per la tornitura trova un ostacolo nel taglio che, addirittura, può farlo saltar via con conseguenze meccaniche imprevedibili, lasciando nel pezzo di lavorazione una cavità non ben riempibile.
Identifichiamo ora le due macro categorie del legno che presentano importanti differenze.
La prima tipologia è rappresentata dal legno di conifera. Rientrano in questa macrocategoria le essenze di legno come il pino e l’abete. Si tratta di legni molto resinosi, che assorbono difficilmente le finiture e che per la loro fibra larga che tende a spezzarsi poco si adattano alla tornitura. Un’eccezione in questa categoria è rappresentata legno di pino cembro, più comunemente chiamato cirmolo, dal forte profumo aromatico.
La seconda categoria è quella del legno di latifoglia, del quale fanno parte il rovere, il noce, il frassino e in generale tutti i tipo di alberi a foglia larga. Queste essenze sono particolarmente adatte alla tornitura e sono impiegati in modo particolare nell’arredamento.
Andiamo ora nel dettaglio e vediamo i migliori legni da tornire nell’ambito dell’arredamento e della decorazione per interni.
Il frassino rappresenta una tipologia di legno molto apprezzata dai falegnami, sia per il suo bel colore e anche per le sue caratteristiche di compattezza, flessibilità e durevolezza. È molto usato nel mondo dell’arredo per le gambe di tavoli e sedie. È apprezzato molto per le sue qualità meccaniche, al punto da essere utilizzato per le attrezzature sportive come parallele, spalliere, remi e sci. Proprio per la sua particolare resistenza, è usato anche per le eliche degli aeroplani.
Il noce è considerato uno dei legni più nobili. Si tratta di un’essenza molto resistente, con una bella venatura con un colore
Il rovere è un tipo di quercia molto dura di colore bruno giallastro. Si tratta di una tipologia di legno molto robusto e resistente agli urti che viene addirittura impiegato per le costruzioni di finestre e scale.
In conclusione, abbiamo visto che per i lavori di tornitura è bene scegliere legni adatti e la tipologia di legname va valutata in base al progetto da realizzare. Brugnotto Group è in grado di affiancare designer e architetti per realizzare i progetti più ambiziosi: un partner italiano con un parco macchine moderno e all’avanguardia.